Home page -Comunicazioni Questo blog non rappresenta un testata giornalistica e non viene aggiornato periodicamente – raccoglie opere © di francesco zaffuto

Buon anno, forse

Fuori dalla finestra c’è l’inverno
Gli uccelli affamati sono volati lontano
Lei razzola qua e là tra miliardi di stelle nevose
Riposa un attimo sul pentagramma della staccionata
Poi riprenderà a cercare
E verranno nuovi giorni
Forse chi è volato lontano ritornerà
Per me e per lei
La conta dei giorni
Diverrà misteriosamente più breve
Proveremo a nascondere nel nostro cuore
Fino alla fine
Qualche traccia di vissuta bellezza
28/12/14 – (francesco zaffuto – dedicata a Maria Luisa)
dalla raccolta Parole nel tempo
Immagine – La Gazza - Claude Monet  1868 – 1869  Olio su tela  Cm. 89 x 130 - Musée d'Orsay – Parigi

METRO PER KOBANE


METRO PER KOBANE

Il rumore dei passi
ora lenti
ora veloci di solitari uomini in gruppo
un fremito
tu corri
nella vuota galleria di una metro
e la vita fa paura come la morte.
Il crepitio dei colpi di un mitra
tra le dune di un deserto
grida feroci di un gruppo di giustizieri
un fremito
tu corri
 tra le mura di case distrutte
e la vita è orrenda come la morte.
Nell’ombra del tuo ventre
il figlio non fu mai solo
 l’hai atteso come rugiada
 per offrirlo ai primi raggi del sole al mattino.
Ora attendi come la terra
la stanchezza del cuore degli uomini
Su di te il travaglio
di costruire il mondo
su di te il travaglio di renderlo migliore.


20/11/2014 - francesco zaffuto
dalla raccolta Parole nel tempo

immagine da

il tramonto dell'ideologia


Dov’è la mia bandiera?

Coperta di veli
coperta di veli neri
Lutti
Le mani giunte
Le dita coronate di fedi
Ricorrenze
Dov’è la bocca vermiglia
spavalda?
Potesse graffiare i veli
straziarli
con le mani roteanti nell’aria
Ma le mani rimangono giunte
e le fedi logore
Ora pochi brandelli
dispersi tra popoli  in lotta
Senza memoria
seduti al desco
consumiamo il pasto


Oggi 9 novembre ricorre il 25 anniversario della caduta del muro di Berlino del 1989. Quella data viene ricordata anche come il tramonto dell’ideologia. I tempi della storia e i tempi di ogni singolo uomo sono diversi e vanno secondo le tracce della vita. Ricordo che il disegno qui inserito, a cui diedi come titolo “il tramonto dell’ideologia”, lo realizzai nel 1984, e la a poesia è frutto di un travaglio interiore del 1977. Il mio abbandono delle certezze e dell’ideologia comunista posso farli risalire al 1976. Ma anch’io ero arrivato molto tempo dopo, c’erano state voci critiche e ben più forti che avevano evidenziato la mancanza di libertà, decine e decine di anni prima, a cui io non avevo prestato ascolto.


Oggi il mondo che ha abbandonato le ideologie si presenta così:  Europa e Usa proseguono ciecamente nell’ideologia capitalista; la Russia rispolvera il nazionalismo patriottico; la Cina costruisce una società dove capitalismo e socialismo si integrano in un sistema totalitario; il mondo mussulmano  si richiama alla religione e ci sono esempi di integralismo estremi.  Nel mondo non c’è stato il tramonto delle ideologie,  ce ne sono in atto di pessime e deleterie.   Occorre abbandonare le appartenenze, mettere al centro l’uomo, dare valore concreto alle parole Pane, Lavoro, Libertà, Giustizia,  gestire la collettività con Laicità e nel rispetto delle diversità, e potremo ottenere Uguaglianza, Fratellanza, Pace e Felicità.

La poesia "Dov'è la mia bandiera" è tratta dalla raccolta Scritti selvaggi di Francesco Zaffuto (1976/1978), 
Chi vuole ordinare la raccolta in forma di libro clic su raccolta di poesie “Scritti selvaggi”

La valigia di cartone


La valigia di cartone

Preparo la mia valigia di cartone
per un viaggio senza tempo
troverò silenziosi pascoli
ed alberi nel vento
Cercherò qualche colore
per annullare il grigiore
e dipingere un sogno
Esitando
nel micro spazio in cui ormai rimango
raccolgo i ricordi e con cura li ripongo
Mi sfugge l’ordine del tempo
e il prima e il dopo quasi io confondo
sento suoni lontani
e melodie che da strilli non discerno
vedo giovani i vecchi
e quelli di cui non so e non sanno
Lego la mia valigia con lo spago
in modo tale che affanni e dispiaceri
siano consolati da amori e desideri
E’ incerta l’ora
incerto il porto
incerto il continente
di certo soli il viaggio
e la casa di cartone che porto accanto
Siamo tutti migranti
in questo e nell’altro mondo
per quella valigia che portiamo dentro

05/05/14 francesco zaffuto
dalla raccolta Parole nel tempo

Immagine – fotocomposizione di Liborio Mastrosimone

Lettera a Modestino Pagano


Caro Modestino,
mi turba molto sapere che oggi verranno sepolte le tue spoglie nel tuo paese di nascita Mazzarino, tu che di noi eri il più giovane. Mi verrà a mancare buona parte del riepilogo del tempo. 
I nostri sogni erano rimasti congelati con le ragioni e con i torti, e in questi ultimi anni navigavamo il un mondo lontanissimo da ogni nostra antica immaginazione.  Ci saremmo messi a ridere se negli anni settanta,  incontrando un mago capace di vedere nel futuro, ci avesse previsto un’epoca di guerre di religioni e con ogni idea di comunismo tramontata. Eravamo cosi certi dell’evoluzione e siamo caduti in un fantasy incerto.  Mi verrà a mancare la tua telefonata e quel tuo, mai arreso,  tentativo di analizzare i fatti; giusto perché mente e pensiero ci debbono sempre nutrire, nonostante tutto. Oggi,  con questo  tuo nuovo viaggio,  sai qualcosa in più; ma noi qui tutti ne restiamo all’oscuro. Forse nella trattoria dell’aldilà, in quella posta alla fine della Galassia, ci incontreremo di nuovo.
Ti abbraccio Francesco Zaffuto  - 10 settembre 2014

Immagine – campagna di Mazzarino

Il tempo delle stelle


Qualche notte

guardando le stelle

scopro il bagliore di qualcuna di quelle

che ancora qui fa luce

e di là è spenta.

E mi chiedo

?

quanto è il tempo della vita che mi resta

saprò usarlo per fare un po’ di luce

o resterò nel buio della mia ignoranza

?

Di  giorno

resto legato

al mormorio delle notizie

aspettando la saggezza

in un mondo folle

!

Il tempo pare che non ci appartenga

e intanto scorre

Per ora resto

nel mio impero solitario

con le stelle mute


.

19/03/2014  -   francesco zaffuto 


dalla raccolta Parole nel tempo

a una femminista



A una femminista

Poteva esserci rabbia
nel suo fare
Un gesto
per spogliare il mondo
denudarlo delle sue cappe
talami
sacrari
Poteva esserci rabbia
nel suo amare

Poesia tratta dalla raccolta Scritti selvaggi di Francesco Zaffuto (1976/1978)
Per maggiori informazioni sulla raccolta
clic su raccolta di poesie “Scritti selvaggi”


immagine – una foto di quegli anni recuperata su internet  http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2012/10/04/APWu4McD-femministe_ritorno_delle.shtml

A Paestum nel 1976 si svolse l’ultimo grande meeting di quella stagione del femminismo. 

Ultima barricata


Ultima barricata

Ci sono quelli che sanno
Bene!
Andate a chiedere a loro
Non seguirò questo passo
A quelli che hanno si può domandare
Andate pure voi miracolati
Non vi seguirò
Resto legato all’ultima barricata con i fili d’un amoroso odio
Lontano da ogni profezia non mi nutrirò di apocalissi
mi basterà un pezzo di pane e un sorso di acqua pulita
Poi gli occhi dalla montagna alla valle
Dal verde al giallo
e giù fino all’azzurro del mare
Né una perbene morale
né un canonico spirito
Lascio ai vostri potenti l’olezzo dei cadaveri della Storia
non subisco il fascino del vostro inferno


Poesia tratta dalla raccolta Scritti selvaggi di Francesco Zaffuto (1976/1978)
Per maggiori informazioni sulla raccolta
clic su raccolta di poesie “Scritti selvaggi”


Il trovatore cercatore d’oro


Al crollo di un Impero
Perfetti
          angolosi
                  lineari
                       regolari
parallelepipedi vitrei
Una buona dose di cemento
una viabilità soddisfacente

Ho levato i miei piedi dal letto stamani
li ho sbattuti giù per terra
con la ferma intenzione di metterli in moto

Misero dio
diseredato eremita
giullare senza scena
vagabondo senza mondi nuovi
ribelle senza utopia
carne
       nervi
           ossa
               pelle
                   peli
                     palle
con i fermenti del tempo che invecchia le membra
percorri testardamente guardando il tuo percorso
Dove ti sei perso infallibile dio
immagine e somiglianza di un presunto eterno?
Cosa troverai ora?

Troverò un Bazar!
E lì tutto
tutto di tutto
vecchie scarpe
angoliere
vasi di terra cotta
centri di broccato
vetri purissimi
morbidi tappeti
e lampade magiche a prezzi accessibili

Troverò un vecchio negozio di libri!
Libri usati
non letti
non capiti
ma usati
usati dai tarli
usati dai topi
usati per lucrosi fini culturali

Troverò una vecchia stazione
con i treni fermi
abbandonati
in partenza ma abbandonati

Troverò una costa selvaggia
con relativi palmizi
ricostruita appositamente
per un viaggio organizzato

Troverò una taverna
dove si mesce il vino
spremuto a forza dai ricordi

Troverò nella camera di un albergo
quarta categoria
insieme a una prostituta sorniona
che sbadiglia in quel frangente

Troverò su un divano di raso
l’ennesimo uomo potente
che sodomizza il cameriere
prima d’inaugurare la pia iniziativa di una pia confraternita

Troverò un’assemblea democratica
dove gli uditori attenti
democraticamente ascoltano un solo oratore
che fa gli scioglilingua da diversi giorni

Troverò all’ora del tè
onorevoli democratici tolleranti
e più tardi intolleranti
dopo avere accennato a privati interessi

Troverò un Ministero
un Ente
un Istituto
un Presidente
fabbriche
città
colline
montagne
vulcani
soprattutto vulcani
in perenne eruzione
di merda

E fuggirò
     Fuggirai
Misero dio
diseredato
fatto di carne
                nervi
                     ossa
                         pelle
                             peli
                               palle
Raccogli una cicca sperduta tra le tasche
l’accendi
pensi
uccidi pochi attimi
ti riprendi
ti tocchi la testa
cercando di provare l’esistenza
di sensibili cervella

Stanotte
cercherai  tra le lenzuola
una donna
col solo intento di fare un altro dio
come te
come me
a nostra immagine e somiglianza
Bello come è giusto per gli dei
Forte come è giusto per gli dei
Coraggioso come è giusto per gli dei
Giusto come è giusto per gli dei
Uscirà dalle grandi labbra di una donna
urlando
“cambierò il mondo”

Poesia tratta dalla raccolta Scritti selvaggi di Francesco Zaffuto (1976/1978)
Per maggiori informazioni sulla raccolta
 clic su raccolta di poesie “Scritti selvaggi”