Al crollo di un Impero
Perfetti
angolosi
lineari
regolari
parallelepipedi vitrei
Una buona dose di cemento
una viabilità soddisfacente
Ho levato i miei piedi dal letto
stamani
li ho sbattuti giù per terra
con la ferma intenzione di metterli
in moto
Misero dio
diseredato eremita
giullare senza scena
vagabondo senza mondi nuovi
ribelle senza utopia
carne
nervi
ossa
pelle
peli
palle
con i fermenti del tempo che
invecchia le membra
percorri testardamente guardando il
tuo percorso
Dove ti sei perso infallibile dio
immagine e somiglianza di un presunto
eterno?
Cosa troverai ora?
Troverò un Bazar!
E lì tutto
tutto di tutto
vecchie scarpe
angoliere
vasi di terra cotta
centri di broccato
vetri purissimi
morbidi tappeti
e lampade magiche a prezzi
accessibili
Troverò un vecchio negozio di libri!
Libri usati
non letti
non capiti
ma usati
usati dai tarli
usati dai topi
usati per lucrosi fini culturali
Troverò una vecchia stazione
con i treni fermi
abbandonati
in partenza ma abbandonati
Troverò una costa selvaggia
con relativi palmizi
ricostruita appositamente
per un viaggio organizzato
Troverò una taverna
dove si mesce il vino
spremuto a forza dai ricordi
Troverò nella camera di un albergo
quarta categoria
insieme a una prostituta sorniona
che sbadiglia in quel frangente
Troverò su un divano di raso
l’ennesimo uomo potente
che sodomizza il cameriere
prima d’inaugurare la pia iniziativa
di una pia confraternita
Troverò un’assemblea democratica
dove gli uditori attenti
democraticamente ascoltano un solo
oratore
che fa gli scioglilingua da diversi
giorni
Troverò all’ora del tè
onorevoli democratici tolleranti
e più tardi intolleranti
dopo avere accennato a privati
interessi
Troverò un Ministero
un Ente
un Istituto
un Presidente
fabbriche
città
colline
montagne
vulcani
soprattutto vulcani
in perenne eruzione
di merda
E fuggirò
Fuggirai
Misero dio
diseredato
fatto di carne
nervi
ossa
pelle
peli
palle
Raccogli una cicca sperduta tra le
tasche
l’accendi
pensi
uccidi pochi attimi
ti riprendi
ti tocchi la testa
cercando di provare l’esistenza
di sensibili cervella
Stanotte
cercherai tra le lenzuola
una donna
col solo intento di fare un altro dio
come te
come me
a nostra immagine e somiglianza
Bello come è giusto per gli dei
Forte come è giusto per gli dei
Coraggioso come è giusto per gli dei
Giusto come è giusto per gli dei
Uscirà dalle grandi labbra di una
donna
urlando
“cambierò il mondo”
Poesia tratta dalla raccolta Scritti
selvaggi di Francesco Zaffuto (1976/1978)
Titolo perfetto "Scritti selvaggi". Versi amari su un ritmo quasi ossessivo.
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