Quando ero un albero
dal
mio tronco cadevano foglie
gialle
e rosse
tessevano
soffici tappeti
e
poi si accartocciavano nel fango
di un
freddo e insopportabile inverno
Ho
staccato le mie radici
trasformandole
in piedi
pronti
alla fuga
mi
sono dato un’anima
e mi ha afferrato il tempo
Quando
su rami si svegliano foglie
i
miei capelli bianchi
mi
tengono legato all’inverno
Resto
nella nostalgia dell’autunno
10/11/12 - due foto scattate in un piccolo vialetto di Vimercate il 5 novembre - le parole covavano dentro (f.z.)
dalla raccolta Parole nel tempo
Caro Francesco è un'incanto vedere i colori dell'autunno, le foglie che variano nei più marcati colori sono sempre belle.
RispondiEliminaCiao e buon fine settimana caro amico.
Tomaso
Versi commoventi. Anche le belle immagini sono perfette per descrivere l'autunno della vita. L'uomo invecchia, gli alberi gli sopravvivono..
RispondiEliminaChe bella questa espressione che esprime appieno il tuo modo di sentire "le parole covavano dentro". E sono parole - bellissime - cariche di una strana nostalgia. E quel viale! Mai visto un tappeto come questo.
RispondiElimina"Quando ero albero"... la mia aspirazione è di divenirlo, invece. Vorrei che i piedi mettessero radici per esplorare quel sotto che nutre e a cui dò nutrimento. E' una vita semplice ma piena di intensi fremiti, quella dell'albero.
RispondiEliminaM'è piaciuta molto questa poesia.
El tiempo, desvistiendo días...
RispondiEliminaSaludos hasta allá.