Sono nato nel 1948
Facendo bene i calcoli ho 64 anni
Sono stato bambino, poi giovane, poi uomo maturo
Ora vecchio
Di solito le cose cambiano nell’età della vita
Qui no
Ce sempre stata guerra
Mentre giocavo a pallone nel cortile di casa
Guerra
Quando mi sono innamorato per la prima volta
Guerra
Quando sono nati i miei figli
Guerra
Ora che guardo i miei capelli bianchi
dalla raccolta Parole nel tempo
Parlando del conflitto israeliano proprio ieri in un post, caro Francesco dicevo che quei due popoli sono in guerra da oltre 2000 anni e credo che sia un fuoco eterno...
RispondiEliminaCome vedi io ho qualche anno in più di te e posso dire che la mia vita è passa sentendo parlare sempre di pace! ma contrariamente cerano sempre le guerre.
Buona domenica caro amico.
Tomaso
Tanti cari auguri, Francesco!
RispondiEliminaTantissimi Auguri.
RispondiEliminaSe cancelli, per un istante, la parola guerra dai tuoi pensieri, pur presente in ogni dove, resterà molto da dire.
Tantissimi Auguri.
Beppe
Sai che siamo quasi coetanei? Augurissimi! Tra l'altro, ho trovato qusta espressione già contenuta in una delle, tra me e te, famose cartoline di più di cento anni fa'! :)))
RispondiEliminaAuguroni in pace.
RispondiElimina:-D
Francé, a 64 anni non puoi sentirti vecchio, non te lo puoi permettere.
RispondiEliminaE' ai giovani come te che noi meno giovani abbiamo passato il testimone; se smetti di correre, o lo getti alle ortiche, saremo squalificati, tu ancora in gara e noi che, puntando alla vittoria, abbiamo fiducia in te, in Adriano, in Tomaso... e in tanti altri come voi.
I capelli bianchi non sono guerra, sono saggezza, sono buon senso, sono lungimiranza, sono fermezza...
(Questa te l'ho messa un pochino come insaponatura; ho i capelli biancastri da quando avevo vent'anni, e delle qualità sopra descritte in me non ne vedo ancora l'ombra, spero nei prossimi cento anni).
Augurissimi proprio di cuore, Francé, che la gioventù della mente e del cuore ti accompagnino sempre.
Cari amici, vi ringrazio per il vostro cordiale augurio ma debbo scusarmi per l’equivoco; io i miei 64 anni li ho già compiuti in agosto. Solo che ieri sera sono andato a dormire dopo le ultime angosciose notizie dei bombardamenti su Gaza e dei lanci di razzi verso Israele, e mi sono svegliato il giorno dopo con le stesse angosciose notizie. Ho pensato alla mia vita e alla mia età; per mia fortuna e senza mio merito sono nato in Italia in un periodo di pace; anni duri se li guardo ma di pace, disseminati di trame e stragi, ma nel complesso di pace. Mi sono figurato la vita di un Palestinese della mia stessa età che dal 1948 non vive un giorno di pace, solo qualche breve periodo di tregua.
RispondiEliminaComprendo il pessimismo di Tommaso quando guarda ai 2000 anni di storia di questi popoli che pure credono ad uno stesso Dio; ma ci è necessaria la ragionevole e forte speranza di cui parla gattonero. Quella guerra può finire e deve finire. Se guardiamo all'Europa del passato ci sono state le ultime due grandi guerre mondiali e se guardiamo ad un passato ancora più lontano la guerra dei trent'anni e quella dei cento anni. L'Europa è stata il teatro di tutte le più grandi guerre. Oggi viviamo in una pace europea che anche se precaria va difesa, e possiamo difendere la nostra pace promuovendo pace in in altre parti del mondo e non di certo inviando truppe. Il primo passo della strada di pace è il reciproco riconoscimento, le organizzazioni internazionali debbono contribuire al massimo su questa strada .
L’uomo non può ancora chiamarsi uomo, è solo una pericolosa belva armata. Potrà chiamarsi uomo solo quando sarà in grado di riconoscere un altro uomo.
Ma come si riuscirà mai a bandire le guerre. Il traguardo mi sembra lontanissimo se non irraggiungibile. E' la smania di potere che provoca le guerre, basterà che nasca ancora un Karadzic (solo per citare un nome) ed è fatta.
RispondiEliminaSono pessimista, non credo che l'uomo possa mai riscattarsi dalla belva che è in lui.
Karadzic fece leva sullo spirito di appartenenza, spesso chi incita alla guerra fa riferimento a quel tipo di spirito che alberga nell'uomo; anche le ideologie universaliste in particolari momenti hanno fatto leva sullo stesso spirito di appartenenza capovolgendo lo stesso messaggio universalista. Penso che l'uomo ha ancora un lungo percorso da fare, ma se ci pensi idee di pacifismo e di non violenza hanno faticosamente fatto dei passi nel mondo. Si aggiunge che in questo pianeta diventato stretto l'utopia è diventata una necessità per la sopravvivenza dell'uomo. ciao
EliminaAspettando la prossima guerra....un paradosso di auguri.
RispondiEliminaOk ho letto in ritardo il commento, quindi aspetto solo la prossima guerra.
RispondiEliminacontinuando a vivere nei paradossi
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