Dietro la porta
Un pianto affogato nell’aria
si sente
da dietro la porta
Un colpo di chiave
Si ritorna a dormire
Il buio a due passi
Il buio a due passi
Ci guardiamo attorno
Un debole chiarore lentamente sfoca
Oscuro rimane l’angusto cerchio
Possiamo tutti
illuminare intorno
Almeno per un attimo
vedere altri due passi
Ma nessuna luce attorno
Ecco una
Altri soffiano
Spengono
Guerra
Il sole se ne va
andiamo a guardarlo per l’ultima
volta
domani sarà buio
Dissenso
La terra brucia
sotto il callo dei piedi
Si guarda avanti
Si avanza senza
Perché?
Mentre la terra ha già gelato
fin le caviglie
La pace
Seduti con un bicchiere in mano
continuare a dire
“bello”
Attorno tutto imputridisce
il puzzo si scaglia violentemente
alle narici
“inevitabile”
Dolore per i meno fortunati
fame per i denutriti
“pace”
Chi può biasimare coloro che muoiono
per riscattare un’infame destino?
Posso nutrirmi di questa pace?
Ciglia
Alati che virano verso il cielo
colori che vanno al vespro
La sera cala anzi tempo
le ciglia chiudono le luci
Buio
Con gli occhi aperti
sotto le ciglia si soffre
Poesie tratte dalla raccolta Vento da
queste parti di Francesco Zaffuto (1966/1969),
Strano, stranissimo il blog di libomast. Bello, originale, ma un po' inquietante come queste poesie.
RispondiEliminaho letto due volte questi versi, non ho ancora riflettuto abbastanza però le parole mi hanno attorcigliato come dei rami d'albero facendomi sentire quasi prigioniera di sofferenze passate, di richiami provenienti da dolori trascorsi, ho pensato alla guerra, ai campi di concentramento, i lagher,sbaglio sicuramente, forse sono solo lagher mentali..in fondo c'è tanta poesia!
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