25 – dicembre – 1984 - Ricordo che
quel Natale assunse una amarezza tutta particolare, non eravamo colpiti
direttamente per un lutto familiare, ma quella notizia aleggiava nell’aria.
Scrissi queste parole e le lessi a mia moglie giusto per respirare.
Strage di Natale
Come era il volto di chi ci ha
regalato questo Natale di sangue?
Aveva anche lui braccia
gambe
due occhi
un cuore?
Seppe bere anche lui
dell’acqua o del vino
quella sera e la sera appresso?
Fu anche lui partorito da una donna?
Possibile che ora sia stanco?
Dorma?
Sogni?
Respiri?
Pensi?
O nessun pensiero lambisce la sua
mente?
Il nulla capace di prendere forma
divenire una cosa ed esplodere con un
boato
portando via ogni desiderio d’amore.
Ci resta il livido del dolore
un mal riposto senso di stanchezza
l’oppressione di essere uomini.
Poi chetando l’affanno
ripercorriamo
la strada del cercare
con i demoni chiusi nella valigia
per portarli in una fossa lontana
lontana dal pane
dalle acque
lontana dalla fronte dei nostri figli
25/dicembre/ 1984
Sull’assoluzione (14 aprile 2015) del presunto mandante cosa dire: la legge deve
condannare se ci sono prove, la coscienza deve sempre interrogarsi.
Poesia tratta dalla raccolta
“Altra età” di Francesco Zaffuto (1976/1978), chi vuole
Chi vuole ordinare la
raccolta in forma di libro clic su Altra età
Immagine: la carrozza del treno da http://www.sestopotere.com/30-anniversario-dellattentato-al-rapido-904-commemorazione-a-san-benedetto-val-di-sambro/
Caro Francesco, non ricordavo nulla di tutto questo!
RispondiEliminaCome sempre devo ringraziarti di quanto qui da te imparo.
Ciao e buona giornata caro amico.
Tomaso
Me la ricordo quella strage, così come quella dell'Italicus. Splendide le tue doloranti parole, attonite davanti al dramma.
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