Dialogo con la vita
Accarezzo le ali di un tempio
il tuo corpo disteso sull’erba
Immobili stanno i secoli
parlando d’amore
Stanno vittime di gioia le membra
mute
di fronte al vagare delle
immagini
ora nude in trasparenza
Ascolto le tue labbra
che si sciolgono
nella musica dei sensi
Violente
battono dentro inquiete
le anime
correre tumultuoso delle parti
Si riflettono nei nostri occhi
le ultime luci
colorando le tenebre
Le ali si avvinghiano ai corpi
scivolando negli attimi
La mente valica
la stagione dei tempi
Sciogliersi sulla dura terra
impregnati d’amore
Dialogo con
la morte
Nude spoglie delle ultime membra
il sole secca la sabbia
brucia
Il vento sposta le dune
che si ricompongono in nuovi
spazi
Deserti immensi
le nostre anime
prive d’amore
Ritorna il vento
sulle dure colline
attraverso sentieri di tenebre
Ritorna la noia
sulle spoglie malsane di una vita
L’urlo della cagna nella notte
si perde lacerando il silenzio
Piani scoscesi senza luce
rimpianti di anime in angusti
spazi
Vola il tempo
imputridendo le menzogne
Nel silenzio
delle tenebre dei viventi
luccicano le lucciole cerose
diffondendo
la melanconia della vita
Dentro si scompongono le membra
qualcosa fugge
ancora
il tempo
riparla d’amore
Poesia tratta dalla raccolta “Alla ricerca
di un dopo” di Francesco Zaffuto (1976/1978),
immagine - il Tempio della Concordia di Agrigento e "Icaro caduto" di Igor Mitoraj
C'è una passione che serpeggia nel Dialogo con la vita. L'altro è una struggente musica di dolore e nostalgia.
RispondiEliminaVersi molto belli caro Francesco, riparlare d'amore è sempre bello.
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