sul finire degli anni sessanta la mia terra la sentivo così, e bruciavo anch’io come le risctucce
Terra
Terra mia
ca si suli abbrusci
terra
ristucciusa e scarna
‘ngrassata
di focu e di petri
Curri
intra lu giallu la strata
terra di
sulu terra fatta
Fiumara
Intenso
gorgoglia
dal monte
e scende a valle
lieto
ricurva tra dolci pendii
par morto
alla piana
Non giunge al mare
fangosamente
sparisce
la rabbia
La rabbia
che io
nascondo
in cuore
si spande
tra gli aridi colli della mia terra
Sta secca
come le
ristuccie
in luglio
già
falciate
Aspetta i
fuochi d’agosto
Antica
muta
scontrosa
tra le
calde pietre
a
mezzogiorno
Poesie tratte dalla raccolta Vento da
queste parti di Francesco Zaffuto (1966/1969)
Mi sembra ogni volta di ripetermi, ma le sensazioni, pur sembrando uguali le une alle altre, hanno sempre qualcosa che le distingue, rendendole, ciascuna, unica se stessa.
RispondiEliminaIl dolce e l'amaro di una terra tanto bella quanto "fangosamente" oltraggiata.
Ciao.
Terra aspra ed amara la nostra terra ,ma terra ricca di fermenti ,povera di regole ,ma piena e pulsante ricca di germogli ,che nonostante tutto spuntano tra le rocce e le spine abbarbicandosi tenaci e vitali.Buona giornata
RispondiEliminaCiao Francesco grazie per il tuo graditissimo commento da Gianna in poesie in vetrina,ho visitato un po del tuo immenso e ricco blog dove con più calma ripasserò, mi sono aggiunto ai tuoi lettori fissi cosi sarò informato e potrò farti visita
RispondiEliminati auguro una lieta domenica.
Tiziano
Versi che paiono dolci ma hanno una gran forza.
RispondiEliminaMI chiedo se riuscire ad esprimere così bene la rabbia calmi un poco il cuore.
Buona domenica, Francesco.
Versi che parlano di te e del tuo amore per la natura...
RispondiEliminaPlastici versi che mi riportano alla Sicilia ed ai siciliani che più conosco e che più mi sono cari!
RispondiEliminaLa Sicilia orgogliosa vista con i tuoi occhi poetici è più avvincente che mai.
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