Alla generazione del ‘68
Correvamo
per cambiare il mondo,
distruggere
le cancrene,
denudare
le parti,
spogliare
da ogni velo le menzogne,
spogliare,
pulire
e poi
rivestire con gli stessi colori
della
natura.
Quella
natura tenuta offuscata
dalle
logoranti catene
della
produzione,
dal
falso scintillio delle vetrine.
Correvamo
felici di diventare tanti
e
sventolare più in alto le bandiere.
E tutti
i nostri discorsi di analisi
e tutti
i momenti di ansia
e tutte
quelle sensazioni d’amore
erano
desiderio che scioglievamo
per le
strade del mondo.
Nel
nostro odiare amavamo tanto.
Il tempo
ora ha fatto il suo corso
e la
durezza della Storia continua
rullando
i suoi tamburi.
Dove
siamo ora?
Dispersi
dal vento,
dalle
menzogne,
dalle
nostre analisi diventate cristalli,
dai
nostri desideri diventati fantasmi.
Dove
siamo ora?
Molti di
noi non ci sono più.
I
compagni di strada persi,
ritornati
all’ovile a consumare.
Alcuni
di noi sono morti.
E gli
altri? … e gli altri …
dispersi
ancora in mille rivoli.
rigagnoli,
prima di andare in secca,
aspettando
la grande pioggia.
E chi
come me vaga solo nella notte
Inseguendo
gli spettri.
E le
dolci utopie mutano sembianza.
Alcuni
di noi sono morti!!
Alcuni
sono morti bene
e
ricordati come martiri
da tutto
il perbene sociale.
Alcuni
di noi sono morti
disprezzati,
oltraggiati,
tenendo
stretta in pugno
la brama
del riscatto.
E quanti
dietro le sbarre
Dimenticati,
calunniati, derisi,
scomunicati.
E chi
vaga solo nella notte
inseguendo
le ali di un mattino
che
diventa lontano.
Alcuni
di noi sono morti!
E oggi
la colpa
di un
desiderio smarrito.
scritta
nel 1978
Poesia tratta dalla raccolta “Alla ricerca
di un dopo” di Francesco Zaffuto (1976/1978),
immagine foto - Ungaretti saluta i giovani contestatori del '68
Il '68! Sembra così lontano, così desolatamente lontano, perduto per sempre.
RispondiEliminaCaro Francesco, sembra che sia passato un secolo, senz'altro erano pure nel 68 molto interessante.
RispondiEliminaCiao e buona serata caro amico.
Tomaso