Il lavoro è fondamentalmente la fatica necessaria per procurarsi dei beni necessari alla sopravvivenza o considerati di qualche utilità.
Il lavoro si esplica all’interno della società e spesso l’individuo viene riconosciuto per il lavoro che svolge o ha svolto: se è in grado di mantenere se stesso e la propria famiglia, se è ha delle qualità, se ha delle esperienze, se ha delle genialità. Ne consegue che: un uomo sprovvisto di beni o con pochi beni cerca un lavoro soprattutto per procurarsi i beni necessari ai suoi bisogni, ma in questa ricerca di un lavoro è pervaso anche da un’ansia di riconoscimento delle sue qualità; anche un uomo provvisto di beni per l’ansia di riconoscimento spesso è portato a cercare una qualche collocazione sociale che si manifesta con un lavoro.
Nel lavoro sono condensati due elementi:
- lavoro come strumento per procurarsi beni atti a soddisfare bisogni umani;
- lavoro come forma di riconoscimento del proprio io;
questo condensato di due elementi fa aumentare la drammaticità della ricerca di un lavoro. La mancanza di un lavoro unita alla mancanza di mezzi per la sopravvivenza può portare a stadi di disperazione estremi.
- lavoro come strumento per procurarsi beni atti a soddisfare bisogni umani;
- lavoro come forma di riconoscimento del proprio io;
questo condensato di due elementi fa aumentare la drammaticità della ricerca di un lavoro. La mancanza di un lavoro unita alla mancanza di mezzi per la sopravvivenza può portare a stadi di disperazione estremi.
Una società deve dare a tutti la possibilità di lavorare ed avere mezzi per vivere; ma il riconoscimento di valore dato all’ uomo non può basarsi solo sul lavoro, l’uomo è qualcosa di più elevato del lavoro che accidentalmente fa, è un complesso insieme di pensieri e di sentimenti che vaga nell’universo.
Ciao Francesco, se hai letto "La fine del lavoro" di Rifkin, viene da porsi la domanda quale futuro
RispondiEliminaper il lavoro come lo intendiamo ancora oggi.
Dario
A Dario,
Eliminaconto di leggerlo.
Ma se abbiano il senso del lavoro come fatica, allora possiamo dividerla, dividendo anche i suoi frutti. Temo molto la ricerca di riconoscimento nel lavoro e spero che venga superata da altre forme.
ciao
Quanto sia diventato drammatico il problema 'lavoro' lo stiamo vedendo ogni giorno, ogni giorno di più. Si diceva 'il lavoro nobilita l'uomo, pur rendendolo simile alla bestia'; oggi la sua mancanza rende l'uomo simile a una bestia che lotta per sopravvivere, e che ormai troppo spesso soccombe nella vana ricerca.
RispondiEliminaLa 'nobiltà' del lavoro è finita, cancellata dalla 'necessità' di questo.
Ciao.
E quel lavoro che residua assomiglia troppo a bestiale sfruttamento. Mai disperare per un forte cambiamento di cose, tuttavia.
RispondiEliminaNella società attuale non avere il lavoro, vuol dire non solo non avere di che sopravvivere, ma in qualche modo perdere la propria dignità di componente della società. E questo è assolutamente drammatico.
RispondiEliminaad Ambra,
Eliminadrammaticità che in qualche caso ha portato al suicidio. Chi ha una responsabilità politica pubblica deve avere consapevolezza di questa drammaticità; e di lavoro socialmente utile se ne scopre a iosa. Dalle energie rinnovabili alla bonifica dall'inquinamento, dall'assistenza al seminare fiori.
ciao
Drammaticità che ha portato al suicidio e che stà portando molti a vendere i propri organi,
RispondiEliminami sembra tanto l'ultima spiaggia prima del suicidio.Un incubo!!
Ma davvero pensiamo di recuperare quella dignità che il governo ci stà togliendo con le sue politiche fiscali in questo modo?
I nostri politici hanno la consapevolezza di questa drammaticità?Le loro leggi fiscali sono un insulto AL POPOLO.......