a mio figlio
e a tutti i giovani
senza lavoro e precari
Ricomincio
Dopo aver finito ricomincio
Sento che posso essere finito
ma ricomincio
Tralascio il prima e rinnovo il dopo
Ricomincio e un’ansia nel cuore
mi sospinge la mente
a cercare di nuovo qualcosa
Ricomincio e si rinnova la fredda persuasione
di non aver fatto
Ricomincio e mi ribolle il sangue
Gli occhi s’alzano innanzi
.
Poesia tratta dalla raccolta Vento da
queste parti di Francesco Zaffuto (1966/1969)
clic su raccolta di poesie “Vento da queste parti”
Mi piace il modo in cui hai dato voce ad uno stato d'animo contraddittorio ma necessario...
RispondiEliminaAnche l'acquerello parla. Dice come ci si sente quando in un mondo colorato si è costretti a vivere nel grigio.
Ciao!
Stringe il cuore ...
RispondiEliminaSai ci vuole tanta pazienza e tanta forza per superare la precarietà. Tanti anni fa è capitato anche a me.
RispondiEliminaUn abbraccio
...allora è anche un pò mia. Ci manca un'identità, persi come siamo tra la crisi e tutto il resto. Non so gli altri ma io, precarissima, mi sento figlia di nessuno.
RispondiEliminaE' una bella poesia. E' tanto difficile ricominciare quando non hai un futuro concreto. Tanti sogni e ..chissà..
RispondiEliminaNuovi stimoli e nuove esperienze sono il sale della vita,altrimenti troppo monotona e ripetitiva,almeno se non ci sono problemi di salute.
RispondiEliminaSull'aberrante motivazione di licenziamento
Caro Francesco,
In Italia esiste una diffusa categoria padronale,quella del massimo arricchimento,dei tanti soldi senza reinvestire in tecnologia e sviluppo,salvo poi andarsene nei paesi più poveri,nell'intento di aumentare introiti.
Direi un'eutanasia assolutamente organizzata!