Home page -Comunicazioni Questo blog non rappresenta un testata giornalistica e non viene aggiornato periodicamente – raccoglie opere © di francesco zaffuto

Dopo Natale


Dopo Natale

Ora restiamo in attesa di un nuovo Natale,  
ritorniamo a contare i giorni di guerra.
Passerà un tempo lungo o breve,
ma solo quando chiameremo la Chiesa col il nome Terra,
ogni pietra servirà per costruire il Tempio della Pace,
e il tempio avrà come nome Uomo;
ogni parola pronunciata nella lingua universale sarà compresa,
e le bandiere si dissolveranno nei colori dei fiori.

26 dicembre 2015  Francesco Zaffuto
dalla raccolta Parole nel tempo

immagine - Monet - fiori a Vetheuil 

Buon Natale 2015 - Un problema con il Presepe


A tutti coloro che passano di qua il mio augurio di Buon Natale 2015
Qui la mia poesia che è già stata pubblicata nei blog Crea pane e lavoro - Arpa eolica – e letta il 16 dicembre di quest’anno nell’incontro dei Poeti dell’Ariete.

Un problema con il Presepe

Sto provando a fare il Presepe.
Sopra sistemo
il cielo di carta blu scura e stellata
e sotto una capanna malandata
nell’antico uso che l’interno
si possa vedere dall’esterno
alla faccia del freddo dell’inverno.
Sulle tegole,
se reggono !?
ci metto, a traccia della via,
una stella che lascia la scia.
E dentro la capanna asino e bue,
stretti tra la paglia tutte e due,
e poi proprio li vicino,
ci piazzo una culla
con padre, madre e Bambino.
E verso la capanna in fila
e di lato e di fronte,
una massa pastori
e tante pecore sparse in paesaggio,
e neve e alberi e luci
e case di cassette di cartone.
Così con case davanti e case fuori mano
posso  fare un  presepe napoletano,
ogni figura ha giusto il suo mestiere:
il calzolaio, il postino ed il barbiere,
la portatrice d’acqua e il ferraiolo,
c’è pure un tassinaro e un legnaiolo.
Trovo uno spazio anche per il porcaio
e vicino ci sistemo il macellaio.
E per non far torto a nessuno,  l’ortolano
che vende la cicoria al vegetariano
In chiusura a sinistra
con l’ultimo cartone faccio un casalino
e ci metto un oste che versa il vino
al sindaco che con fascia tricolore
si fa una bevuta con il questore
In chiusura a destra
sotto i palmizi
cammelli, Re Magi, frati e suore.
Ho finito.
Ma mi sorge un problema di cuore!
Poiché tutti i posti sono assegnati,
dove li posso mettere i disoccupati?

dicembre 2015 Francesco Zaffuto

dalla raccolta Parole nel tempo

Poeta


Poeta

E quando il mio cuore
non scioglierà versi

Quando ogni parola
diverrà muta nel suo gesto

Quando l’amore
sarà muto

Mille rughe disegneranno
a fatica il mio volto
asciutto
e le gambe a vagabondare
su viottoli di cimiteri bianchi
cercando nei fiori
silenziosi sogni

Poesia tratta dalla raccolta “Alla ricerca di un dopo” di Francesco Zaffuto (1976/1978),  
Chi vuole ordinare la raccolta in forma di libro clic su “Alla ricerca di un dopo”

Alla generazione del ‘68


Alla generazione del ‘68

Correvamo per cambiare il mondo,
distruggere le cancrene,
denudare le parti,
spogliare da ogni velo le menzogne,
spogliare,
pulire
e poi rivestire con gli stessi colori
della natura.
Quella natura tenuta offuscata
dalle logoranti catene  
della produzione,
dal falso scintillio delle vetrine.

Correvamo felici di diventare tanti
e sventolare più in alto le bandiere.
E tutti i nostri discorsi di analisi
e tutti i momenti di ansia
e tutte quelle sensazioni d’amore
erano desiderio che scioglievamo
per le strade del mondo.
Nel nostro odiare amavamo tanto.

Il tempo ora ha fatto il suo corso
e la durezza della Storia continua
rullando i suoi tamburi.

Dove siamo ora?
Dispersi dal vento,
dalle menzogne,
dalle nostre analisi diventate cristalli,
dai nostri desideri diventati fantasmi.

Dove siamo ora?
Molti di noi non ci sono più.

I compagni di strada persi,
ritornati all’ovile a consumare.
Alcuni di noi sono morti.

E gli altri? … e gli altri …
dispersi ancora in mille rivoli.
rigagnoli, prima di andare in secca,
aspettando la grande pioggia.

E chi come me vaga solo nella notte
Inseguendo gli spettri.
E le dolci utopie mutano sembianza.
Alcuni di noi sono morti!!
Alcuni sono morti bene
e ricordati come martiri
da tutto il perbene sociale.
Alcuni di noi sono morti
disprezzati, oltraggiati,
tenendo stretta in pugno
la brama del riscatto.
E quanti dietro le sbarre
Dimenticati, calunniati, derisi,
scomunicati.
E chi vaga solo nella notte
inseguendo le ali di un mattino
che diventa lontano.
Alcuni di noi sono morti!
E oggi la colpa
di un desiderio smarrito.


scritta nel 1978

Poesia tratta dalla raccolta “Alla ricerca di un dopo” di Francesco Zaffuto (1976/1978),  
Chi vuole ordinare la raccolta in forma di libro clic su “Alla ricerca di un dopo”

immagine foto - Ungaretti saluta i giovani contestatori del '68

Considerazioni antiche su un funerale moderno


Considerazioni antiche su un funerale moderno

S’ iu ca ‘un sugnu Re di Roma
moru comu muriti vui,
partu pri iri a truvari li mortacci nostri e vostri,
e a lu funerali ci sunnu pri bastari
quattru parenti e quattru amici cari,
e sulu quattru juri ponnu stari
‘mpinti a lu casciuni a salutari.
Cu  nun era puliticu, viscuvu o  patrinu
 miraculi ‘un ni fici a lu camminu.
Lu signu di granni tombi e funerali,
quannu simu arrivati a lu fuiri,
nun sunnu pri li morti ma pri li vivi
c’ànnu a ristari sempri ‘mpinciuti a lu putiri.
A  la conclusioni di la cursa,
cu vali tantu e cu ‘un vali un cazzu
simu tutti un pugnu di cinirazzu.
Chi resta si la vita ni leva l’imbarazzu?
Cu pretenni di sapilrlu o ‘mbrogghia o è pazzu.
Cu sapi di lu beni e di lu mali
cerca armunia tra la testa e tra lu cori,
teni la manu attenta ni lu camminu
pri ‘un fari dannu a lu so vicinu,
 ‘un cerca gloria pi lu so muriri
mori di sula morti e accussi sia.


Da dentro


Da dentro

Non posso continuare
a parlare
di me in versi
Parlerò di voi
vi osserverò attento
da dietro un cespuglio
di rovi
dall’alto di un cumulo di pietre
da dentro un cimitero
da dentro un ospedale
da dentro un manicomio
da dentro un carcere
da dentro un ricovero per vecchi
da dentro un cumulo di macerie
di guerra
da dentro le ferite
da dentro le cancrene
rivedo di nuovo
me stesso e piango

Poesia tratta dalla raccolta “Alla ricerca di un dopo” di Francesco Zaffuto (1976/1978),  
Chi vuole ordinare la raccolta in forma di libro clic su “Alla ricerca di un dopo”

immagine - antica foto del bombardamento di Dresda

Ricordo di una domenica di luglio



Ricordo di una domenica di luglio
                                                         a Lety


Sembrava che la luce del sole
avesse scelto il suo posto
ove posarsi
E tu ti stagliavi
sicura nei suoi raggi

1976

Poesia tratta dalla raccolta “Alla ricerca di un dopo” di Francesco Zaffuto (1976/1978),   
Chi vuole ordinare la raccolta in forma di libro clic su “Alla ricerca di un dopo”

Dedicata alle vittime del 26 giugno 2015

La tristizza è un pisu                                         
Ca si teni ‘ntra lu cori                                  
acchiana susu                                             
E scinniri nun po,’                                       
Nun si affaccia pi vidiri  li ciuri                  
Ca ni detti la natura e lu Signuri.              
Sinti allatu uomini  luntani                     
Ca truvaru lu giustu pi vinnitta                 
Vannu chiuiennu lu cori c’un purtuni      
Pi sentiri sulu la so ragiuni.                   
Chidda ca si chiamava libertà                   
Si perdi dintra un paradisu tunnu          
E si duna scantu e morti pi lu munnu,   
Ma si la spiranza si perdi ‘ntra lu jornu
Nun c’è luci c’abbasta pi la notti      
…………….            

La tristezza è un peso
che si tiene nel cuore
sale
e non si placa,
non si affaccia per vedere i fiori
che ci diede la natura e Dio.
Senti accanto uomini lontani
che trovarono il giusto per vendetta
vanno chiudendo il cuore con un portone
per sentire solo la loro ragione.
Quella che si chiamava libertà
si perde dentro un paradiso tondo
e si dà paura e morte per il mondo,
ma se la speranza si perde nel giorno
non c’è luce che basta per la notte

dalla raccolta Parole nel tempo

Dimenticare


Dimenticare

Sono le tre di notte
del …

Continuo a cercare
negli appunti della memoria

Occhi aperti

Come non riesco
a dimenticare

Fuggiti via dalla mente
le nozioni di contabilità
imparate sui banchi di scuola
Fuggiti via i mille
appuntamenti di affari
i lavori pagati e no
Con quella fretta dell’inutile
che si perde nell’inutile
del giorno appresso
quello strano processo
che molti chiamano “progresso”

E poi quel che rimane
a tagli nella memoria
e ti accompagna

Le donne che ho amato
i giorni selvaggi
le paure
le fughe
gli scontri
le lunghe corse del pensiero
le cocenti utopie del cambiare

Occhi aperti

Come non riesco
a dimenticare

Poesia tratta dalla raccolta “Alla ricerca di un dopo” di Francesco Zaffuto (1976/1978),  
Chi vuole ordinare la raccolta in forma di libro clic su “Alla ricerca di un dopo”

immagine - canopi (da internet)

Un altro incontro


Un altro incontro

Quante volte ho pensato di perderti
come il viandante perde la strada
nella notte
Eppure
non aveva meta
traguardo
velleità
unica ambizione vagabondare
Ma ora perdere la strada lo riempie
di paura

Quante volte ho sentito di perderti
pensandoti lontana
indecisa
ascoltando il tuo volare

Poi il tuo arrivare
leggiera
riempendo il mio spazio
di quell’aria mattutina
che necessita al mondo
per svegliarsi


Poesia tratta dalla raccolta “Alla ricerca di un dopo” di Francesco Zaffuto (1976/1978),  
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immagine - innamorati di Marc Chagall

Discussione con l’orologio


Discussione con l’orologio

Lascia che io riponga
in versi
il mio corpo
Non strapazzarmi
con il tuo ticchettare
Ho parlato di te
centinaia di volte
sei importante
lo so
è prezioso il tuo scatto
lo so
sei il padrone della morte

Basta groviglio di spettri!

Non ho mai contato
in oro il tuo peso
ho solo tentato
di fermarlo in amore

E di questa colpa mi opprimi?

Hai macinato le mie lotte
riducendole a pure cronologie
Non ti accontenti!?
Ora vuoi rendere
disperato il mio verso
Ma io suonerò
il corno tutta la notte
rievocando i fantasmi del passato
e staccandosi
avvolti in mantelli
dalle cronologie della storia
impauriranno le tue lancette
facendole impazzire
ed io con te nella follia
urlerò come un lupo alla luna

Lascia che ancora
per poco
il mio verso parli d’amore
parli di lei
parli di sesso
parli di labbra
di seni
di baci

Lascia che il mio verso
ripercuota la vita
lo so
che sei il padrone
della morte


Poesia tratta dalla raccolta “Alla ricerca di un dopo” di Francesco Zaffuto (1976/1978),  
Chi vuole ordinare la raccolta in forma di libro clic su “Alla ricerca di un dopo”

Fantasia


Fantasia

Col suo carezzare
veloce la mente
cospargendo immagini
e fumosi eteri
sottili pareti
verso il cielo

Colorare trasformando
le smorfie in sorrisi

Mungere fiabe
dal tuo seno
prima che la ragione
renda lubrico
il pensiero
e risveglia la noia



Poesia tratta dalla raccolta “Alla ricerca di un dopo” di Francesco Zaffuto (1976/1978),  
Chi vuole ordinare la raccolta in forma di libro clic su “Alla ricerca di un dopo”

1976 Dicembre a Milano



1976 Dicembre a Milano

Dopo due anni
ti ritrovo silenziosa nei sensi
Forse le mie ossa stanche?!
Ma meno rumore le bandiere
Riconosco a stento
i tuoi e i miei tratti
I miei colori
diventano grigi

 Poesia tratta dalla raccolta “Alla ricerca di un dopo” di Francesco Zaffuto (1976/1978),   
Chi vuole ordinare la raccolta in forma di libro clic su “Alla ricerca di un dopo”


immagine: binari tra Lambrate e la Centrale

Cara


Cara

Le tue parole cozzano
su me
muraglia di ghiaccio
e scioglierei piangendo
fiumi di versi

Correrei sole
e scalderei con i raggi
il tuo animo

Correrei mare
e ungerei di salsedine
il tuo corpo

Diventare giugno
e tingere di giallo
tutta la valle
attaccando
mucchi di papaveri rossi
ove muovi i tuoi occhi

E le parole
solo come musica
per colmare ogni angolo
allontanando la solitudine

Lascia che io sia pazzo
e che ti ami
e sarò vento per soffiarti
fra i capelli
e sussurrarti
un mondo di poesia

E poesia oggi è
ascoltare
 nel silenzio il tuo respiro
carezzando il turbinio
dei sogni


Poesia tratta dalla raccolta “Alla ricerca di un dopo” di Francesco Zaffuto (1976/1978),  
Chi vuole ordinare la raccolta in forma di libro clic su “Alla ricerca di un dopo”