Come
il racconto La
vitturina del ‘56, anche questo è legato alla memoria di mio padre; è una delle storie che mi raccontava,
il personaggio in qualche modo era
esistito e si conservava memoria di un paio di frasi che qui vengono riportate.
L’abito
Dalla porta a vetri del salone si poteva ben guardare tutta la piazza, rettangolare,
lunga, distesa, con il suo ampio
marciapiede, la strada che lo costeggiava, il terrazzo del municipio, la
scalinata che portava alla chiesa, e i vecchi seduti e appiccicati alle entrate
dei due circoli, quello dei nobili e quello comunista.